Rif. Musella (m 2020) – Alpe Campascio (m 1823) – Bocchel del Torno (m 2195) – Alpe Sasso Nero (m 2328) – Bivio q. 2400 – Bivio q. 2326) – Rif. Longoni (m 2430) ( Gest.: Negrini Elia - 0342 451120 - 348 3110010) Lasciamo il Rifugio Musella, decisamente in discesa, per raggiungere, in breve, all’ombre di un bel bosco, la sottostante Alpe di Campascio (m 1823). Superate le baite dell’Alpe attraversiamo, su di un ponte, due torrentelli che vi confluiscono. Comincia ora una lunga traversata, inizialmente pianeggiante, lungo una mulattiera che scorre lungo il fianco orientale del versante montuoso che dal Sasso Moro (m 2734, a destra) scende fino al Monte Motta, a sinistra). Siamo nella Valle di Scerscen che percorreremo, per un po’, nella sua parte finale, attraversando l’omonimo torrente per piegare presto a destra e salire fino al Bocchel del Torno (m 2195). Raggiunte (a quota 1800) le piste da sci e la stazione da cui parte lo sky-lift per il Monte Motta, prendiamo a destra per risalire, piano piano, costeggiando in parte gli impianti di risalita fino al citato Bocchel del Torno (ore 2,30 ca). Dal Bocchel, in breve, inizialmente lungo uno stretto vallone, tra erbe e qualche masso, attraversando, poi, un piccolo bosco, nel quale il sentiero si fa strada a fatica, tra alcuni grandi massi, raggiungiamo l’Alpe di Roggiano (m 2019). Abbandonata l’Alpe e con essa, per un po’, l’allegro scampanio delle mucche al pascolo, cominciamo la salita, prima tra abeti e poi tra pini mughi, fino a giungere ad un terrazzo a q. 2300 ca. Meritata sosta per gustare, sotto di noi, la gentile visione dell’Alpe di Palù e dell’omonimo lago. Ci aspetta ora una breve discesa per giungere all’Alpe di Sasso Nero (m 2328), posta ai piedi del grande fianco sud-occidentale del Sasso Nero (m 2915). Poco dopo l’Alpe oltrepassiamo uno sperone roccioso, più avanzato rispetto ai successivi, denominato il Castello ed entriamo in uno scenario solitario e selvaggio, con tratti di brevi salite che si susseguono alle più frequenti discese. Ora la nostra montagna comincia a mostrare un volto arcigno e quasi scorbutico, costituito da speroni rocciosi e grandi ammassi di sfasciumi. Proseguiamo così per un po’ in questo paesaggio scendendo gradualmente, su tracce di sentiero, alternate a tratti in cui sono ancora i massi a farla da padrone, fino ad attraversare il torrente Entovasco, alimentato dalla Vedretta di Scerscen. Anche qui, però, i segni sui massi sono molto frequenti, per cui non rischiamo certo di perdere la via. Dopo il torrente continuiamo tra i massi fino ad incrociare (ad un tornante dopo un altro torrentello) il sentiero che, da S.Giuseppe, sale all’ex Rifugio Entova-Scerscen (q. 2400 ca). Noi prendiamo a sinistra, in discesa, il sentiero che diventa poi strada forestale. La percorriamo per un breve tratto, fino a q. 2326 ca, ove troviamo, alla nostra destra, una traccia di sentiero che ci porta, attraversando un bel boschetto di pini mughi, direttamente al Rifugio Longoni (m 2430) presso il quale pernotteremo.
|