Alta
Via della Valmalenco
5-11 agosto 2012
II° giorno lunedì 6 agosto 2012
Rif. Cristina (m 2230) – passo
Campagneda (m 2626) – passo Canciano (m 2464) – Alpe Gembrè
(m 2217) – Rif. Bignami (m 2389) ( Gest.: Orach Jgor - Tel. 0342
451178 - 333 9764687)
Lasciamo il Rifugio Cristina e l’Alpe Prabello in direzione Ovest
(segnavia n. 301) in leggera salita, trascurando dopo poco, alla nostra
destra, un’invitante traccia che sale prima verso il Monte Cornetto
e che poi, volendo, porta al scalare il Pizzo Scalino. Noi proseguiremo,
quasi in piano, sulla verde spianata dell’Alpe Campagneda superiore.
Comincia ora un interessante tratto del percorso, costellato da una serie
di intriganti laghetti che ci offrono deliziosi scorci sulle notevoli
cime circostanti, Pizzo Scalino in primis. Lasciato, a sinistra, un sentiero
che scende verso l’Alpe Campagneda inferiore proseguiamo, ora, con
più sensibile salita, incontrando via via, su successivi piani
di roccia, in una disposizione detta “a rosario”, il bel sistema
dei laghetti di Campagneda. Proseguiamo, quindi, su terreno un po’
accidentato, ma per niente monotono, fino al Passo di Campagneda (m 2626
– ore 2 ca). Oltre il Passo ci sarà dato di godere di una
bellissima vista su un’altra incantevole serie di cinque laghetti,
che potremo scegliere di aggirare verso destra o sinistra per giungere,
comunque, al secondo Passo della giornata, il Passo Canciano (m 2464)
a ridosso del Confine con la Svizzera. Presso il passo altra notevole
perla; un piccolo specchio d’acqua nel quale si riflettono i giganti
del Gruppo del Bernina. Infatti, lungo il pur breve tratto di crinale
che percorreremo, al Confine tra Italia e Svizzera (Cippi di confine datati
1930 con impresse le lettere “I” e “S”), potremo
individuare, tempo permettendo, da sinistra, i Pizzi Roseg, Scerscen e
(appena intuibile) Bernina, poi, in primo piano, la coppia Argient-Zupò
e, più arretrato, il Piz Palù, praticamente tutte le grandi
cime del Gruppo che superano i 3900 m. Dal crinale potremo ammirare, sotto
e davanti a noi, la bellissima Valle Poschiavina che, dopo una meritata
sosta rifocillatrice, andremo a percorrere. Lasciato ora il crinale, dopo
aver incontrato, a destra, il sentiero che sale al Passo d’Ur (m
2520), cominciamo a scendere lungo il nostro sentiero (sempre triangoli
gialli) che scorre, tra facili boccette, lungo il fianco accidentato e
sassoso della valle. Lasciamo la testata della valle attraversando una
“porta” delimitata da due enormi massi ed iniziamo a scendere
accompagnati dal fragore di un torrentello che, alla nostra sinistra,
precipita dalla vedretta dello Scalino. Comincia da qui da qui una dolce
discesa che ci fa arrivare alle baite dell’Alpe Poschiavina (m 2230),
un percorso facile, rilassante, segnato, se la giornata sarà buona,
dallo splendore delle varie tonalità di verde che conferiscono
alla vallata un’impronta di vita, anche quando non ci si trovano,
come speriamo sia, mucche e pastori. Ancora un breve tratto e ci troveremo
ad un bivio, al quale noi prenderemo a destra per percorre l’interessante
“sentiero dei ponti” che aggira, alla sua destra, il Bacino
artificale dell’Alpe di Gera e, quindi giungere al Rifugio Bignami,
raggiungibile, peraltro, anche aggirando il bacino alla sua sinistra.
Noi proseguiamo, quindi, a destra per giungere, in breve, ammirando, in
basso alla nostra sinistra, le acque del bacino, all’Alpe Gembrè
(m 2217) per poi proseguire verso l’arco orientale dell’anfiteatro
della Val Lanterna. Nell’attraversamento dell’anfiteatro incontreremo,
prima, tre imponenti cascate che scendono, fragorosamente, da un alto
gradino roccioso. Proseguiamo poi, agevolati da una serie di sette ponticelli
che ci faranno superate altrettanti, speriamo non sovralimentati, torrentelli
che si dipartono dalle tre cascate, per iniziare a salire a ridosso della
testata del lago. Dopo aver attraversato il vallone, con l’aiuto
di un ultimo ponte, continuiamo a salire, più decisamente, l’anfiteatro
terminale della valle, occupata da un’enorme quantità di
materiale detritico e delimitata da gradone roccioso dal quale scendono
le cascate della Vedretta di Fellaria orientale. Giungeremo, così,
dopo circa sei ore di gratificante cammino, alla nostra meta: il Rifugio
Bignami (m 2389), presso il quale trascorreremo la nostra seconda notte.
Tempo previsto: 6/7 ore - Difficoltà: E -
Dislivelli: + 650 m; - 470 m
N.B. Ci sarà la possibilità,
in caso di maltempo o particolari necessità; di seguire un percorso
alternativo, più breve e meno impegnativo, scendendo direttamente
dal Rifugio Cristina prima al Rifugio Ca’ Rauncasch (m 2186) ed
al bacino di Campo di Moro (m 1983) per poi salire alla diga dell’Alpe
Gera (m 2200) ed al Rifugio Bignami (m 2389)
Tempo previsto: 4 ore ca. - Difficoltà:
E -
Dislivelli: + 250 m; - 410 m.
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