Alta Via della Valmalenco
5-11 agosto 2012
III° giorno martedì 7 agosto 2012

Rif. Cristina (m 2230) – passo Campagneda (m 2626) – passo Canciano (m 2464) – Alpe Gembrè (m 2217) – Rif. Bignami (m 2389) ( Gest.: Orach Jgor - Tel. 0342 451178 - 333 9764687)


Lasciamo il Rifugio Cristina e l’Alpe Prabello in direzione Ovest (segnavia n. 301) in leggera salita, trascurando dopo poco, alla nostra destra, un’invitante traccia che sale prima verso il Monte Cornetto e che poi, volendo, porta al scalare il Pizzo Scalino. Noi proseguiremo, quasi in piano, sulla verde spianata dell’Alpe Campagneda superiore. Comincia ora un interessante tratto del percorso, costellato da una serie di intriganti laghetti che ci offrono deliziosi scorci sulle notevoli cime circostanti, Pizzo Scalino in primis. Lasciato, a sinistra, un sentiero che scende verso l’Alpe Campagneda inferiore proseguiamo, ora, con più sensibile salita, incontrando via via, su successivi piani di roccia, in una disposizione detta “a rosario”, il bel sistema dei laghetti di Campagneda. Proseguiamo, quindi, su terreno un po’ accidentato, ma per niente monotono, fino al Passo di Campagneda (m 2626 – ore 2 ca). Oltre il Passo ci sarà dato di godere di una bellissima vista su un’altra incantevole serie di cinque laghetti, che potremo scegliere di aggirare verso destra o sinistra per giungere, comunque, al secondo Passo della giornata, il Passo Canciano (m 2464) a ridosso del Confine con la Svizzera. Presso il passo altra notevole perla; un piccolo specchio d’acqua nel quale si riflettono i giganti del Gruppo del Bernina. Infatti, lungo il pur breve tratto di crinale che percorreremo, al Confine tra Italia e Svizzera (Cippi di confine datati 1930 con impresse le lettere “I” e “S”), potremo individuare, tempo permettendo, da sinistra, i Pizzi Roseg, Scerscen e (appena intuibile) Bernina, poi, in primo piano, la coppia Argient-Zupò e, più arretrato, il Piz Palù, praticamente tutte le grandi cime del Gruppo che superano i 3900 m. Dal crinale potremo ammirare, sotto e davanti a noi, la bellissima Valle Poschiavina che, dopo una meritata sosta rifocillatrice, andremo a percorrere. Lasciato ora il crinale, dopo aver incontrato, a destra, il sentiero che sale al Passo d’Ur (m 2520), cominciamo a scendere lungo il nostro sentiero (sempre triangoli gialli) che scorre, tra facili boccette, lungo il fianco accidentato e sassoso della valle. Lasciamo la testata della valle attraversando una “porta” delimitata da due enormi massi ed iniziamo a scendere accompagnati dal fragore di un torrentello che, alla nostra sinistra, precipita dalla vedretta dello Scalino. Comincia da qui da qui una dolce discesa che ci fa arrivare alle baite dell’Alpe Poschiavina (m 2230), un percorso facile, rilassante, segnato, se la giornata sarà buona, dallo splendore delle varie tonalità di verde che conferiscono alla vallata un’impronta di vita, anche quando non ci si trovano, come speriamo sia, mucche e pastori. Ancora un breve tratto e ci troveremo ad un bivio, al quale noi prenderemo a destra per percorre l’interessante “sentiero dei ponti” che aggira, alla sua destra, il Bacino artificale dell’Alpe di Gera e, quindi giungere al Rifugio Bignami, raggiungibile, peraltro, anche aggirando il bacino alla sua sinistra. Noi proseguiamo, quindi, a destra per giungere, in breve, ammirando, in basso alla nostra sinistra, le acque del bacino, all’Alpe Gembrè (m 2217) per poi proseguire verso l’arco orientale dell’anfiteatro della Val Lanterna. Nell’attraversamento dell’anfiteatro incontreremo, prima, tre imponenti cascate che scendono, fragorosamente, da un alto gradino roccioso. Proseguiamo poi, agevolati da una serie di sette ponticelli che ci faranno superate altrettanti, speriamo non sovralimentati, torrentelli che si dipartono dalle tre cascate, per iniziare a salire a ridosso della testata del lago. Dopo aver attraversato il vallone, con l’aiuto di un ultimo ponte, continuiamo a salire, più decisamente, l’anfiteatro terminale della valle, occupata da un’enorme quantità di materiale detritico e delimitata da gradone roccioso dal quale scendono le cascate della Vedretta di Fellaria orientale. Giungeremo, così, dopo circa sei ore di gratificante cammino, alla nostra meta: il Rifugio Bignami (m 2389), presso il quale trascorreremo la nostra seconda notte.

Tempo previsto: 6/7 ore - Difficoltà: E -
Dislivelli: + 650 m; - 470 m

N.B. Ci sarà la possibilità, in caso di maltempo o particolari necessità; di seguire un percorso alternativo, più breve e meno impegnativo, scendendo direttamente dal Rifugio Cristina prima al Rifugio Ca’ Rauncasch (m 2186) ed al bacino di Campo di Moro (m 1983) per poi salire alla diga dell’Alpe Gera (m 2200) ed al Rifugio Bignami (m 2389)

Tempo previsto: 4 ore ca. - Difficoltà: E -
Dislivelli: + 250 m; - 410 m
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