Trekking delle Orobie Bergamasche 2

31 luglio - 6 agosto 2022

1° Giorno (domenica 31 luglio) – Da Carona al rifugio Fratelli Longo
Per raggiungere il Rifugio Longo da Carona ci si addentra fin da subito nel bosco. Lungo il sentiero, le indicazioni sono varie e possono risultare confusionarie, tuttavia basta seguire il sentiero 210 a volte indicato come Rifugio Calvi, in quanto la parte iniziale del percorso è in comune tra i due rifugi.
Si passa per Pagliari, poco più avanti c’è una cascata. Questa prima parte del sentiero 210 è asfaltata e in costante salita. Tutto il percorso è ben praticabile tanto che i più esperti raggiungono i Rifugio Longo e il lago del Diavolo in mountain bike. Ad un certo punto si svolta a sinistra (q. 1600 ca.), seguendo il cartello per il Baitone di Sesto (1700 m), un bivacco con 22 posti letto gestito dal CAI di Sesto San Giovanni.
Il sentiero (ora n. 224), attraversa prati verdi tra la natura e poi si apre regalando un’incantevole vista sulla vallata sottostante, sul lago del Prato e sul sentiero a fondo valle. Vale la pena fare questo giro per la vista pazzesca. Dopo circa 3 ore si arriva al Rifugio Longo.

Il rifugio si vede da lontano e svetta con i suoi colori bianco e rosso in contrasto con il verde scuro del Monte Aga. Costruito dal CAI nel 1923 e situato in una posizione tranquilla a 2026 m, è oggi dedicato alla memoria dei fratelli Longo che persero la vita sul Cervino.

2° Giorno (lunedì 1 agosto) – Dal rifugio Fratelli Longo al rifugio Baroni al Brunone
Dal rifugio Fratelli Longo (2026 m) si prende il sent.  CAI n. 246 per  raggiungere prima il bellissimo del Lago del Diavolo (2142 m - ore 0.20)  e, poi, il passo della Selletta (2370 m - ore 1). Da qui (ora sent.  CAI n. 248) con leggeri saliscendi si raggiunge il bivio con il sentiero delle Orobie (n. 225), in corrispondenza del Fiume Brembo di Carona, che ci accompagnerà fino al Passo di Valsecca. Dal bivio continuiamo verso E, in ambiente sempre più aspro, avanzando tra le cime del Pizzo del Diavolo di Tenda (2916 m) e del Pizzo di Poris (2712 m), fino a guadagnare, con una ripida salita, il passo di Valsecca (2496 m), attraversando una zona popolata da numerosi stambecchi. Si scende ora ripidamente su sentiero sassoso al bivacco Frattini (2125 m), che costituisce l’unico riparo in quota prima del rifugio Brunone. Qui il sentiero piega decisamente a sinistra, dirigendosi a N, continuando la discesa nella Valle del Salto; riprende quindi a salire, tra ripidi pascoli e tratti sassosi, oltrepassando numerose vallette e ruscelli fino a congiungersi al sentiero n. 227, che proviene dall’abitato di Fiumenero, sul fondovalle. Superato un ulteriore corso d’acqua si guadagna, in breve tempo, il rifugio Baroni al Brunone (2295 m) posto alle pendici del pizzo di Redorta .
Tempi e difficoltà: disl. + 800 m; - 600 m -  diff.  EE -  5/6 ore  -  km  10

3° Giorno (martedì 2 agosto) – Dal rifugio Baroni al rifugio Coca
Questa tappa può essere compiuta seguendo due diversi sentieri, che portano entrambi al rifugio Coca (1892 m), punto di appoggio per le ascensioni al Pizzo ed al Passo omonimi. Quello descritto si sviluppa ad altitudini più elevate, lambisce il colletto del Simal (2712 m, punto più alto del Sentiero delle Orobie) e risulta impegnativo anche per la presenza di tratti attrezzati.
Dal rifugio Baroni al Brunone si imbocca il sentiero n. 302 guadagnando prima la sella dei Secreti (2650 m) e, di seguito, il colletto del Simal. Si scende quindi lungo un canale franoso camminando su una zona detritica che precede il Forcellino (2475 m) dove, nel tratto di discesa, ci si aiuta grazie
a catene in metallo. Si arriva al lago di Coca (2108 m) dove si svolta a destra in direzione S, giungendo al rifugio omonimo (1892 m).
Tempi e difficoltà:  disl. + 850 m; - 450 m -  diff. EE -  5/6 ore  - Km  6

4° Giorno (mercoledì 3 agosto) – Dal rifugio Coca al rifugio Curò
Questa traversata si snoda a S del Pizzo di Coca (3050 m) e conquista il lago del Barbellino che sorge a S del Pizzo del Diavolo (2926 m). Dal rifugio Coca si sale, lungo il sentiero n. 302, alla baita omonima, dove si imbocca il sentiero n. 303 che punta verso NE, in direzione del passo del Corno. Varcato il torrente che scorre poco oltre una baita, si guadagna quota, deviando a destra, fino ad oltrepassare la Valle del Polledrino, per poi continuare l’ascesa verso il valico suddetto, a 2220 m di altitudine.
Dopo aver superato alcuni pendii, si raggiunge un pianoro e la diga di Valmorta (1798 m) guadagnando, infine, il bacino del Barbellino (1862 m) da cui il sentiero piega decisamente a destra, in direzione SE, portando in breve al rifugio Curò (1895 m).
Tempi e difficoltà: disl. + 600 m; - 550 m -  diff. EE -  3/4 ore  -  Km  6

5° Giorno (giovedì 4 agosto) – secondo giorno al Rifugio Curò

Programma de definire in loco in base al tempo e voglia

6° Giorno (venerdì 5 agosto) – Dal rifugio Curò al rifugio Tagliaferri
Anche questa tappa può essere percorsa con due diversi itinerari.
Quello descritto per primo è il più impegnativo. (A)
Dal rifugio Curò si costeggia, per pochi minuti, il lago Barbellino fino ad incontrare, sulla destra, il torrente che scende dalla val Cerviera (ponte di legno). Si risale costeggiando le cascate e si percorre, poi, un tratto di valle che conduce ad un altro tratto più ripido, che permette di superare un salto di roccia allietato da una cascata. Ora ci si trova in un ampio pianoro (2234 m – deviazione sulla destra per i laghi della Val Cerviera ). Si affronta invece, sulla sinistra (E), un altro tratto ripido e, di seguito, si prosegue fino allo spartiacque con la val Bondione. Si attraversa la testata di questa, (incrocio con sentiero 322 che sale da Lizzola) fino al passo di Bondione (2633 m) e si scende un poco nell’alta valle del Gleno. (eventuale salita alla cima del monte Gleno - 2883 m ). Si risale fino al passo di Belviso (2518 m), incontrando il sentiero 410, che proviene da Bueggio, e, scendendo prima sul versante valtellinese, poi tornando su quello scalvino, si incrocia il sentiero 413 ed, in pochi minuti, si giunge al rifugio Tagliaferri (2328 m).
Come alternativa è possibile raggiungere il rifugio Tagliaferri con questo percorso più semplice. (B)
Si percorre la comoda mulattiera che sale al lago naturale del Barbellino (2188 m). Contornando la sponda sinistra (N) del lago si sale, costeggiando il fiume Serio, poi, a quota 2300 m circa, si piega a destra (E), puntando alla larga sella del passo Grasso di Pila (o passo Barbellino).
Salendo, si costeggiano i graziosi laghetti di Pila , posti a circa 2350 m, giungendo infine al passo.
Si scende quindi per il versante valtellinese, dapprima in una piccola conca, per poi immettersi, all’‘interno di un ripido canalone per lo più erboso, fino a quota 1998 m, dove si incrocia un pianeggiante sentiero che va seguito verso dx, lungo il quale si giunge, in breve a malga Pila; da qui, riprendendo a salire la testata della Val Belviso, si arriva al passo di Venano (2335 m), rientrando così nel versante bergamasco.
Pochi metri oltre il passo si trova il rifugio Nani Tagliaferri (2328 m ).
Tempi e difficoltà
Percorso A: disl. + 800 m; - 400 m - diff. EE  - 4/5 ore  -  Km  8,5
Percorso B: disl.  + 1230 m; – 850 m - diff. E  - 5/6 ore  -  Km  12

7° Giorno (sabato 6 agosto) – Dal rifugio Tagliaferri  a Ronco di Schilpario – sent. 413

Dal rifugio Tagliaferri (m 2328), con percorso in dolce discesa, si raggiunge quota 2202 m. Da questo punto seguendo la mulattiera e i suoi ampi tornanti, in costante discesa e vari attraversamenti di ruscelli si giunge alla conca di Venano di Sopra (1850 m). Scendendo ulteriormente  troviamo la malga di Venano e successivamente, dopo aver attraversato il torrente (ponte di legno), si giunge a quota 1650 m (Venano di Mezzo). Rimanendo sulla destra del torrente, si scende nel bosco incrociando la deviazione per le cascate (sin). Ignoratala, si continua su mulattiera, che scende in modo regolare tutta la valle del Vo e, alla fine di questa, arriviamo a Ronco di Schilpario (1075 m)

Tempi  e  difficoltà:  disl.  - 1250 m;    diff.  E;     3  ore   -   Km 11,5

                                                                                                          Variante

Dal Rifugio Antonio Curò (1.895 m) al Rifugio Nani Tagliaferri (2.328 m) - Percorrenza: 4 h - Dislivello: 400 m - Sentiero: CAI n. 321 - Difficoltà: E (Escursionistico)
Seconda tappa del Sentiero Naturalistico Antonio Curò
Esiste una bella variante alla settima tappa del Sentiero delle Orobie orientale e che da esso si stacca: porta dal Rifugio Antonio Curò (1.915 m) al Rifugio Nani Tagliaferri (2.328 m). Questo itinerario fa parte del Sentiero Naturalistico Antonio Curò che termina al Passo del Vivione da cui si può scendere in Val di Scalve.
Dal rifugio Curò ci si dirige verso la Val Cerviera e si imbocca il sentiero n. 321; si raggiungono i Laghi della Cerviera (2.326 m) e si giunge al Passo Bondione; da questo punto si segue il sentiero n. 416 e si giunge al Passo di Belviso (2.518 m) da cui in breve si arriva al Rifugio Tagliaferri. Numerose le escursioni dal rifugio: Laghi del Venerocolo, Monte Venerocolo, Monte Gleno e Passo del Gatto.