ITINERARIO MACCHINE: Biadene – Longarone
(Ristor. 4 Valli – appunt. con i Trevisani) –
Val Zoldana – Passo Staulanza – Parcheggio.
ITINERARIO ESCURSIONE
(contrariamente a quanto previsto in fase di stesura del programma 2009 riteniamo
di proporre l'itinerario in senso antiorario, in tal caso andremo tutti assieme
fino al
Rifugio Venezia e, da qui, chi se la sente continuerà il giro per la
forc. Val d'Arcià,
mentre il gruppo b) potrà ritornare, per la stessa via
di salita, al Passo Staulanza).
L’anello inizia dalla forcella
(m.1766) salendo per l'antico Tríòl dei Cavai che porta a uscire
dal bosco presso il piede dello spigolo occidentale del Pelmetto (da dove parte
un sentierino che sale al masso con le orme dei dinosauri) e poi si distende
sul versante meridionale del monte, raggiungendo, sotto la verticale della Fisura,
l'ampia zona di pascolo de Le Mandre, (innesto con il sentiero che proviene
da Zoppe' – q.1908).
Panoramica e di solare bellezza, con i caratteri tipici dell'iconografia classica
dolomitica. Si continua attraverso l'aperta zona de I Lach aggirando il crestone
sud-orientale del Pelmo in corrispondenza di una singolare e nettissima architettura
rocciosa a baldacchino (chiamata Dambra, zoccolo, per la sua caratteristica
forma) e si raggiunge un'altra zona di pascolo, denominata Campi di Rutorto
sul versante orientale del monte, dove si trova il rifugio De Luca – Venezia
(m.1953).
(Ore 2,30 ca.)
Dal rifugio, dove la vista si apre su Cadore e Ampezzo e i suoi colossi, Antelao
e Sorapiss, inizia il tratto più faticoso dell'itinerar'io, la salita
a Forcella di Val d'Arcià (m.2476), che permette di passare in versante
nord. Il terreno è qui scosceso, ma la salita è facilitata da
un sentiero parzialmente attrezzato, che permette di superare le difficoltà
alla base del Torrione inferiore di Forca Rossa (m.2290). E’ il cosiddetto
“sentiero Flaibani” che ricalca un percorso utilizzato fin dai tempi
antichi dai cacciatori di camosci e che, dopo la nascita del rifugio Città
di Fiume (1964) sul versante nord del Pelmo, si rese accessibile agli escursionisti
realizzando un facile collegamento con il rifugio Venezia.
Salendo alla forcella non si può fare a meno di notare la sofferta conformazione
delle Cime di Val d'Arcià, a faglie ripiegate che a tratti si presentano
come lisce lastronate di roccia. Ci si affaccia infine sul versante nord, poi
l'itinerario abbandona il sentiero Flaibani, che scende direttamente al rifugio
Fiume, per imboccare un sentiero non numerato che taglia diagonalmente l'enorme
fiumana detritica al piede della parete nord del Pelmo. Nel settembre del 1994
una frana ha devastato il ghiaione nella zona sottostante il Pelmetto, mettendo
a nudo, nella parte alta, il ghiacciaio sottostante. Per un certo tratto il
sentiero è stato asportato, ma il passaggio della frana è rimasto
agibile senza particolari difficoltà permettendo di giungere nella maniera
più breve a Forcella Staulanza.
Note sull'escursione:
Potenza e isolamento, i caratteri della fortezza, ricorrono nelle descrizioni
di tanti viaggiatori e alpinisti al cospetto di questa imponente montagna. L’architettura
compatta di questo massiccio, costituito in realtà da due monti, Pelmo
e Pelmetto, disgiunti da un canalone (La Fisura) che in alto culmina in una
stretta forcella (ghiaiosa e assolata a sud; oscura e ghiacciata a nord) consente
di contornarne la base in poco più di cinque ore.
E’ un itinerario bellissimo e vario, che, pur non particolarmente faticoso,
richiede comunque un discreto allenamento. Lungo il suo percorso avremo modo
di ammirare tutti e quattro i versanti del monte: le imponenti e giallastre
pareti meridionali, l'enorme vallone orientale (che ha suscitato l'immagine
fantasiosa di un ciclopico scranno, "El Caregòn del Padreterno"),
l'articolato fianco settentrionale, complicato nella struttura dal nodo secondario
delle Cime di Forca Rossa, per concludere con l'imponente e severa parete nord-ovest.