Monte Pelmo - Giro del Pelmo
27 Settembre 2009 (partenza ore 7,00)

ITINERARIO MACCHINE: Biadene – Longarone (Ristor. 4 Valli – appunt. con i Trevisani) –
Val Zoldana – Passo Staulanza – Parcheggio.

ITINERARIO ESCURSIONE
(contrariamente a quanto previsto in fase di stesura del programma 2009 riteniamo
di proporre l'itinerario in senso antiorario, in tal caso andremo tutti assieme fino al
Rifugio Venezia e, da qui, chi se la sente continuerà il giro per la forc. Val d'Arcià,
mentre il gruppo b) potrà ritornare, per la stessa via di salita, al Passo Staulanza).

L’anello inizia dalla forcella (m.1766) salendo per l'antico Tríòl dei Cavai che porta a uscire dal bosco presso il piede dello spigolo occidentale del Pelmetto (da dove parte un sentierino che sale al masso con le orme dei dinosauri) e poi si distende sul versante meridionale del monte, raggiungendo, sotto la verticale della Fisura, l'ampia zona di pascolo de Le Mandre, (innesto con il sentiero che proviene da Zoppe' – q.1908).
Panoramica e di solare bellezza, con i caratteri tipici dell'iconografia classica dolomitica. Si continua attraverso l'aperta zona de I Lach aggirando il crestone sud-orientale del Pelmo in corrispondenza di una singolare e nettissima architettura rocciosa a baldacchino (chiamata Dambra, zoccolo, per la sua caratteristica forma) e si raggiunge un'altra zona di pascolo, denominata Campi di Rutorto sul versante orientale del monte, dove si trova il rifugio De Luca – Venezia (m.1953).
(Ore 2,30 ca.)
Dal rifugio, dove la vista si apre su Cadore e Ampezzo e i suoi colossi, Antelao e Sorapiss, inizia il tratto più faticoso dell'itinerar'io, la salita a Forcella di Val d'Arcià (m.2476), che permette di passare in versante nord. Il terreno è qui scosceso, ma la salita è facilitata da un sentiero parzialmente attrezzato, che permette di superare le difficoltà alla base del Torrione inferiore di Forca Rossa (m.2290). E’ il cosiddetto “sentiero Flaibani” che ricalca un percorso utilizzato fin dai tempi antichi dai cacciatori di camosci e che, dopo la nascita del rifugio Città di Fiume (1964) sul versante nord del Pelmo, si rese accessibile agli escursionisti realizzando un facile collegamento con il rifugio Venezia.
Salendo alla forcella non si può fare a meno di notare la sofferta conformazione delle Cime di Val d'Arcià, a faglie ripiegate che a tratti si presentano come lisce lastronate di roccia. Ci si affaccia infine sul versante nord, poi l'itinerario abbandona il sentiero Flaibani, che scende direttamente al rifugio Fiume, per imboccare un sentiero non numerato che taglia diagonalmente l'enorme fiumana detritica al piede della parete nord del Pelmo. Nel settembre del 1994 una frana ha devastato il ghiaione nella zona sottostante il Pelmetto, mettendo a nudo, nella parte alta, il ghiacciaio sottostante. Per un certo tratto il sentiero è stato asportato, ma il passaggio della frana è rimasto agibile senza particolari difficoltà permettendo di giungere nella maniera più breve a Forcella Staulanza.

Note sull'escursione:
Potenza e isolamento, i caratteri della fortezza, ricorrono nelle descrizioni di tanti viaggiatori e alpinisti al cospetto di questa imponente montagna. L’architettura compatta di questo massiccio, costituito in realtà da due monti, Pelmo e Pelmetto, disgiunti da un canalone (La Fisura) che in alto culmina in una stretta forcella (ghiaiosa e assolata a sud; oscura e ghiacciata a nord) consente di contornarne la base in poco più di cinque ore.
E’ un itinerario bellissimo e vario, che, pur non particolarmente faticoso, richiede comunque un discreto allenamento. Lungo il suo percorso avremo modo di ammirare tutti e quattro i versanti del monte: le imponenti e giallastre pareti meridionali, l'enorme vallone orientale (che ha suscitato l'immagine fantasiosa di un ciclopico scranno, "El Caregòn del Padreterno"), l'articolato fianco settentrionale, complicato nella struttura dal nodo secondario delle Cime di Forca Rossa, per concludere con l'imponente e severa parete nord-ovest.