Manifestazione CAI 150° - Col Quaternà
8 settembre 2013 – ore 6,00

Passo Monte Croce Comelico (m 1650) – Malga Nemes (m 1877) – Passo Silvella (m 2339) – Sella Quaternà (m 2379) – Col Quaternà (m 2503-gr. a) - EE) – Costa della Spina – Monte Spina - Candìde (m 1200). (ore 6/7 E)

Coord.: Piazza P. – Palese W. ( 017 )

Il pullman ci lascerà al Passo di Monte Croce Comelico (Kreuzbergpaß), ai piedi del Gruppo del Popera. Dal Passo imbocchiamo la carrareccia (segnavia 131) di fronte all'albergo. Iniziamo salendo, moderatamente, fino a un primo bivio cui proseguiamo diritti. Giunti ad un secondo incrocio lasciamo la carrareccia e proseguiamo per sentiero (segn. 131), che si svolge su zona paludosa, il cui attraversamento ci sarà agevolato da passerelle in legno. Poco avanti incontriamo una seconda carrareccia (segn. 131), che ci porterà alla magnifica conca prativa della Malga-Rifugio Nemes (m 1877 – ore 1,30 ca.), ben visibile alla nostra destra. Lasciamo il pianoro della Malga per proseguire, su carrareccia in moderata pendenza (segn. 146), che risale, panoramica, sul versante nord della Vallorera. Alla nostra destra due forti che, probabilmente, costituivano la linea di difesa con il Col Quaternà. Superiamo il torrente Padola su ponticello di legno, per portarci alla Capanna Vallorera (Hirtenhutte m 2022), zona di pascolo per bovini e cavalli. Dalla Capanna una serie di numerosi tornanti ci farà risalire al Passo Silvella (m 2329) e da qui, in breve, alla sella del Quaternà (m 2379 - ore 3,00 ca.)
Siamo finalmente giunti sotto il Col Quaternà. Da questo punto il Gruppo a) salirà diritto, per evidente sentierino, ripido e faticoso, tra resti di fortificazioni militari, fino a sbucare sulla cima, presso la gran croce (m 2503 - fin qui ore 3.30).
A mezzogiorno i nostri “eroi delegati” accenderanno i fumogeni in concomitanza con altri amici alpinisti, che hanno, contemporaneamente, raggiunto la vetta di ben 150 Cime dolomitiche venete per festeggiare, degnamente, il 150° anniversario i fondazione del C.A.I.
Il Col Quaternà deriva il suo nome dal medievale COLTRUNA' che significa colle turrito. Per questo motivo faceva parte delle opere di difesa contro gli austriaci nella prima guerra mondiale. Sotto la croce è infissa una lapide che ricorda i caduti in guerra.
Il panorama che si offre da lassù è bellissimo e spazia a 360°: Gruppo del Popera, Valle di Sesto, in secondo piano le innevate Alpi Austriache, Sella dei Frugnoni con la casermetta...
la cresta di confine con il Monte Cavallino, i Brentoni e il Tudaio, mentre sotto di noi vediamo evidente il percorso verso il Rifugio Malga di Nemes.


Dalla Sella del Quaternà, dopo la meritata sosta, riprendiamo il cammino per percorrere la lunga, dolce e remunerativa “Costa della Spina” che, tra panorami mozzafiato a 360°, ci porterà, prima, a raggiungere le pendici del Col Rosson (m 2305), poi il Monte Spina (m 1967). Da qui scenderemo, decisamente, lungo il Coston Sommo, su sentiero e carrareccia, fino a Casamazzagno e Candide (m 1200) dove ci verrà a recuperare il pullman (ore 7 ca.)

Variante discesa, più veloce, per Gruppo a) ed eventualmente Gruppo b) in base al tempo, meteorologico e non, che avremo a disposizione:
Scesi dalla Cima del Col Quaternà fino alla sella de Quaternà prendiamo la strada militare (segn. 173) che, per un breve tratto, segue la Costa della Spina per poi scendere, decisamente, ma con pendenza moderata da numerosi tornanti, fino a portarci ad un bivio a q. 2053. Al bivio prendiamo alla nostra destra (segn. 149) per giungere, in breve, prima alla Casera di Rinfreddo (m 1867) e, poco dopo, alla Casera Coltrondo (m 1879). Dalla casera la discesa si fa più decisa, inizialmente ancora su carrareccia e poi su sentiero, fino in prossimità del Lago dei Rospi (m 1726). In corrispondenza del Lago prendiamo, a destra, la carrareccia fino ad incrociare, a quota 1715 m, il sentiero 131, che, in breve, seguendo l’itinerario di andata, ci riporterà al Passo di Monte Croce Comelico. (ore 6/7 ca)
La geologia
L'itinerario ci consente di osservare le rocce più antiche del Comelico, le filladi, che risalgono fino a oltre 500 milioni di anni fa (Cambiano-Ordoviciano). Si tratta di rocce dal colore scuro, spesso venate da selce bianca, e dal tipico aspetto "fogliettato" (scistosità) e fitte pieghe quasi "strizzate". Esse si rinvengono lungo la gran parte del tracciato, sono antichissime sabbie e limi, deposte in mare poco profondo, che il tempo ha cementato trasformandoli in arenarie e siltiti.
Il loro aspetto attuale è dovuto, principalmente, alle grandi trasformazioni subite 300 milioni di anni fa (Carbonifero). Finiti a grande profondità, subirono l'effetto dell'alta temperatura quivi esistente; coinvolti, poi, nella formazione di un'antica catena montuosa (Catena Ercinica) furono pure soggetti ad altissime pressioni. E' si, perché il Col Quaternà, è un vecchio camino vulcanico (neck) formato da una roccia più resistente (lava vulcanica) rispetto a quello che lo circondava (il vulcano) che con il tempo si è smantellato essendo formato da rocce più alterabili, lasciando così la testimonianza del solo camino centrale che raggiunge la quota 2503m.
Ciò fece ricristallizzare i minerali contenuti in altri più stabili, trasformando la roccia in un vero e proprio scisto (roccia metamorfica).
Oltre alle rocce vulcaniche del Col Quaternà, in prossimità del Passo di Monte Croce Comelico, si può osservare uno degli affioramenti più belli ed estesi delle Arenarie di Val Gardena (sono arenarie rosse di origine fluviale che derivano dallo smantellamento delle piattaforme, prevalentemente vulcaniche, che emergono verso est; la colorazione rossa testimonia, oltre che l'origine continentale, anche un ambiente arido desertico).