Corno Bianco e Canyon del Bletterbach
16 giugno 2013 – ore 6,00

Gr. a) Redagno di Sopra (m 1556) – sent. 4 e W – Vetta Corno Bianco (m 2313) – sent. 5a – Madonna di Pietralba. (m 1520) (ore 6 ca - EE)
Gr. b) Redagno – sent. 3 – Canyon del Bletterbach (m 1426) – sent. 4 – Madonna di Pietralba (ore 5 ca - E)
Coord.: Piazza P. – Palese W ( 029 )


Il pullman ci lascerà nei pressi della caratteristica Chiesa di Redagno di Sopra (m 1556) e da qui inizieremo, assieme, il cammino per un breve tratto, lungo il sentiero 4-W che, lasciate le ultime case di Redagno, si inoltra pianeggiante in un bel bosco. Al primo bivio tra i sentieri 4 e W (a quota di circa 1590 m) i due gruppi si divideranno.
Il Gruppo a) continuerà a destra, lungo il sentiero 4-W, che, in leggera salita, risale il versante sud del Bletterbach. Ad un successivo bivio (alla quota di circa 1700 m) lasceremo il sent. 4 che scende decisamente verso la gola del canyon. Noi proseguiremo lungo il sent W per raggiungere, presto, la panoramica dorsale che seguiremo fin quasi alla cima del Corno Bianco. Tra pascoli e bel bosco, entro il quale saliremo con qualche tornante, ci porteremo a ridosso della impressionante frana che precipita, alla nostra sinistra, dal versante Est del Corno Bianco. Il sentiero ora scorre, a tratti, lungo il bordo della frana fino a ridosso della cima. Giunti all’incrocio con il sentiero H, che sale dal Passo di Oclini, ancora una cinquantina di metri di dislivello, non troppo impegnativi, ci dividono dalla conquista del Corno Bianco (m 2313 – ora 3 ca). Dopo una meritata sosta per goderci l’imponente panorama a 360° che la cima ci offre, cominciamo la discesa lungo il sent 52 che, verso nord, cala decisamente, tra agevoli roccette, per raggiungere presto la affilata cresta nord del Corno Bianco. Il sentiero è, comunque, abbastanza agevole e, tra qualche pino mugo, ci farà scendere prima fino ad un incrocio con i sent H, che perviene da destra dal Passo Oclini e prosegue a sinistra tagliando in quota la frana. Noi proseguiamo diritti (ora il sentiero è il 5a) lungo il bordo Nord del Bletterbach. Il sentiero diventa presto ampia carrareccia che, seguendo sempre la dorsale tra bosco e prati, ci porterà a ricongiungerci con l’itinerario del Gruppo b) (sent 4) a quota 1700 ca. Comincia da qui una defatigante discesa tra sentiero e carrareccia fino all’imponente complesso del Santuario della madonna di Pietralba, presso il quale i due Gruppi si riuniranno.
Il Gruppo b) lasciato al sopracitato bivio il Gruppo a) proseguirà, in moderata ma costante discesa, lungo la carrareccia che, presto, diviene sentiero (n. 3) per farci calare, molto decisamente sul fondo del Bletterbach (m 1426 – ore 1 ca.). Lasciato proseguire, alla nostra sinistra, il sent. 3 iniziamo ad inoltrarci lungo il fondo del canyon fino a quando e come sarà possibile. Il percorso sarà un po’ accidentato, con qualche inaspettato saliscendi, data la particolarità del sito, ma i nostri sforzi saranno certamente appagati dallo spettacolo naturale che il luogo ci potrà offrire. Giunti quasi alla fine del canyon, a ridosso di una cascata, il sentiero è ora interrotto, per motivi di sicurezza. (qualche tempo fa si poteva risalire la frana lungo un sentiero in parte attrezzato – resti di una scala in ferro ben visibili a mezza costa). Qui giunti ritorneremo per un breve tratto sui nostri passi per prendere, alla nostra destra, il sent. 4 che risale, molto decisamente, il fianco nord del vallone, su sentiero in parte scalinato e con parapetti in legno. Dopo un primo tratto abbastanza faticoso la pendenza si fa più mite per farci raggiungete, tranquillamente, l’incrocio a quota 1700 m ca., punto di riunione dei due itinerari a) e b). Da qui, come sopra descritto, giungeremo, in breve, al Santuario.


Il Santuario di
Pietralba
L’origine del santuario risale al 1553 quando ad un contadino di nome Leonardo Weissensteiner, titolare di un maso nel pianoro di Pietralba, apparve la Madonna e gli chiese di costruire una cappella in suo onore. Quella piccola cappella già nel 1673 era diventata una chiesa e nel 1718 i Servi di Maria, che ne avevano assunto la titolarità, vi affiancarono un monastero.
Da quel momento il flusso di pellegrini, che salivano attraverso la stretta valle di Laives, spesso portando un qualche segno di penitenza, crebbe sempre più tanto che oggi, il Santuario di Pietralba è il più frequentato del Trentino Alto Adige. Tra i visitatori illustri del santuario vi furono anche l’imperatore d’Austria Carlo VI, che arrivò persino a sollecitare i suoi sudditi ad onorare la Madonna di Pietralba/Weissenstein, e, in un periodo più recente, Albino Luciani che a quei tempi era ancora vescovo di Vittorio Veneto e solo in seguito sarebbe divenuto papa Giovanni Paolo I.
Il santuario acquistò l’aspetto attuale tra il 1719 e il 1722, quando Johann Martin Gump, architetto di corte a Innsbruck, e Agostino Maria Abfalterer, anche lui architetto progettarono nuovi interventi. Altri interventi poi ebbero luogo nel 1753. Fu allora che Giuseppe Dellai diede alla chiesa il suo aspetto barocco. Nonostante questi nuovi lavori, e nonostante il numero sempre maggiore di pellegrini e visitatori, nel 1787, per volere dell’imperatore d’Austria Giuseppe II, il santuario ed il convento furono chiusi e ogni servizio religioso venne vietato. Tutti i beni che si trovavano a Pietralba furono confiscati dal governo a favore del fondo per il culto e tutto fu messo all’asta, compresa la statuetta della Pietà, che lo stesso Leonardo Weissensteiner aveva collocato nella cappella originaria. Le tre torri della chiesa furono abbattute, e la stessa sorte colpì gli eremi costruiti nel corso del secolo nelle vicinanze del santuario. Fortunatamente l’acquirente Johann Gugler di Bolzano risparmiò dalla distruzione la chiesa e il convento. La soppressione comportò anche la dispersione degli ex voto.
La rinascita di tutto il complesso iniziò nel 1800, arrivando al culmine il 24 agosto 1885 quando, alla presenza di 130 sacerdoti e 15 mila fedeli, il principe vescovo di Trento Giovanni Giacomo della Bona presiedette il rito della "incoronazione" della Pietà, la statua considerata taumaturgica che il contadino Leonardo aveva voluto porre nella sua cappella. A tutto questo fece seguito anche la ricostruzione della raccolta degli ex-voto. Oggi se ne contano più di 4000 a testimonianza delle numerose grazie ricevute dalla Madonna di Pietralba.

Il Bletterbach
Il piccolo sistema del Bletterbach è posto allo sbocco di una valle incisa che si immette nella Val d’Adige, poco a Sud di Bolzano; essa è delimitata dai paesi di Aldino e Redagno, dal Monte Pausabella e dal Passo degli Oclini. E’ una gola intagliata dall’omonimo torrente che, nel corso dei millenni, ha inciso profondamente la successione di rocce stratificate che stanno alla base del complesso dolomitico. La valle, lunga diversi chilometri e profonda fino a 400 metri, ha messo in luce uno spaccato di rocce che vanno dal Permiano al Triassico Medio (da 280 a 245 milioni di anni fa).
E’ uno dei luoghi dove si può avere una immediata rappresentazione visiva della storia geologica delle Dolomiti, fatta di successivi eventi di sedimentazione e dove si possono trovare straordinarie testimonianze di quei tempi lontani.
La documentazione del Permiano Superiore, il progressivo avanzamento del mare della Tetide su quelle aride pianure, il clima, le piante, le impronte dei rettili e anfibi che vivevano in quei luoghi, sono registrati negli strati di roccia con assoluto dettaglio e fanno di questo luogo un sito di valore geologico senza paragoni.
Chi fa un'escursione lungo il Bletterbach fa nello stesso tempo un viaggio a ritroso al tempo dell'"antichità" e del "medioevo geologico". Le 16 tavole lungo il sentiero informano il visitatore sui punti più interessanti dei diversi strati di roccia.