Week-End sul Pasubio
24/25 agosto 2013 – ore 7,00

Sabato: Passo della Borcola (m 1207) – sent. 148 – Malga Gulva (m 1087) – Passo del Lucco (m 1376) – Rif. Lancia (m 1801) – Pernottamento. (ore 5 ca - E)
Domenica: Rif. Lancia – Piccolo Roite (m 2132) – Dente Austriaco (m 2203) – Dente Italiano (m 2220) – Chiesa Votiva (m 2081) – sent. 147 – Passo della Borcola.
(ore 5/6 - E)
Coord.: Piazza P. - Bortot G. (Km 185 = € 56 ) ( Carte Sez. VI del CAI n. 1 e 2 )

Sabato: dal Passo della Borcola (m.1207) si scende alla omonima malga da cui (tabella) si prende il sentiero che cala nella Val Gulva. Arrivati in fondo si attraversa il torrente passando accanto alla Malga Gulva (m.1087 – ore 0.30). Prendiamo ora, sulla destra il sentiero che sale al Passo del Lucco (m 1376) seguendo una strada forestale che termina più in alto (ore 1.30 ca.).
Dal Passo proseguiamo, o su carrareccia o lungo il sentiero n 144, fino in prossimità della Malga Bisorte (m 1563) che lasceremo, più in basso alla nostra destra, per proseguire tra strada e sentiero fino a sotto le pendici del Col Santo. Da qui il sentiero sale decisamente fino alla Sella dei Coi Santi (m 1908) per poi portarci, in leggera discesa, fino al Rifugio Lancia (m 1801 - ore 5 ca), presso il quale pernotteremo.
Domenica: Lasciamo il Rif. Lancia lungo il sent. 120 (o 102) per portarci, in breve, alla Bocchetta delle Corde. Da qui prendiamo il sent. 105, che costeggia il Roite per giungere al Piccolo Roite e, quindi, alla Selletta del Piccolo Roite, a ridosso del Dente Austriaco. Scesi alla Selletta dei Denti (m 2013) saliamo al Dente Italiano per scendere, poi, alla Selletta del Comando ed alla chiesetta di S.Marta (m 2081). Dalla Chiesa Votiva prendiamo il sent n. 120 per portarci, velocemente, alla Selletta del Groviglio (m 2077). Nota: La Selletta del Groviglio, in caso di necessità, può essere raggiunta direttamente dalla Selletta del Roite lungo il sent. 105 b).
Dalla selletta proseguiamo lungo il sent. 120, che presto lasciamo per prendere, a destra, il sent. 121 che ci porta prima alla Malga Buse Bisorte (m 1854) e, poi, alla località Sorgente (m 1826). Da qui ancora a destra, lungo il sent. 147 che, tagliando la costa di Borcola, ci porta, prima, alla Malga Costa (m 1845) e, quindi, passando sul versante Est dei Sogli Bianchi, scende velocemente alla località Sojo del Lovo e, poco dopo, ci porta, nuovamente, al Passo della Borcola. (ore 6 ca.)

Pasubio: Dente Italiano-Dente Austriaco
Testi estratti dai pannelli che si trovano lungo il percorso a cura
del' ECOMUSEO GRANDE GUERRA PREALPI VICENTINE

Dente Italiano

Il Dente Italiano 2220 metri fu l'ultimo baluardo che si oppose alla travolgente avanzata austriaca iniziata il 15 maggio 1916. Esso fu occupato alle ore 5 del 19 maggio dai fanti del III Battaglione del 218° Reggimento della Brigata Valturno, saliti precipitosamente nella notte per la strada degli Scarubbi per opporsi ai reparti imperiali della 10 Brigata da montagna, che avevano ormai raggiunto il Dente Austriaco. Da allora L'Italienische Platte com'era chiamato dagli Austriaci divenne la postazione chiave più avanzata di tutto il fronte Italiano del Pasubio. Per Consentire la vita sulla tormentata posizione, i genieri italiani ricavarono nella roccia una vera cittadella sotterranea. Nella primavera del 1917 fu costruita la cosiddetta “Galleria alta del Dente “, a forma di anello che aveva sbocchi laterali per armi automatiche e pezzi di artiglieria. Nella galleria trovavano posto i vari servizi, come il gruppo elettrogeno per l'illuminazione, i depositi di viveri, acqua e munizioni, i posti di medicazione, i comandi. La galleria, che era lunga 110 metri con una sezione di 2,20x2,50 metri, presentava sul davanti, verso il Dente Austriaco, il cosiddetto Pozzo Forni, un'ampia finestra della quale venivano sgombrati i materiali di scavo. La galleria del Dente fu in seguito collegata alla galleria Papa proveniente da Cima Palon con un tratto ricavato sotto la depressione che separa le due cime Sella Damaggio. In autunno dal punto più basso della galleria Ferrario, con due rami che uscivano ad est e ovest. Essa ebbe una sviluppo di circa 140 metri e permetteva alle truppe che vi giungevano dal Palon, di uscire alle spalle dell'attaccante nel caso avesse sfondato la linea di difesa. Il dente Italiano era armato con 5 mitragliatrici, 2 bocche da fuoco d'artiglieria ed un lanciafiamme, integrate da 12 mitragliatrici appostate sulla vicina Cima Palon e sul Cogolo Alto. In esso potevano trovare posto circa 500 uomini con tutti i mezzi di sussistenza necessari, Nella parte bassa del Dente, da luglio 1917, fu realizzato un sistema di gallerie di Contromina che a ovest a est cingevano il lato nord della posizione, nel tentativo di opporsi all'avanzata delle gallerie Austriache.

Dente Austriaco

Il Dente Austriaco metri 2203, uno squadrato roccione, lungo poco più di 200 metri e largo 80, fu occupato il 20 maggio 1916 dalle truppe imperiali della 10 Brigata da montagna austriaca che, con la colonna guidata dal maggiore Polaczek, si stabilirono sulla sua sommità,nel pieno della Strafexpedition. Da quel momento il Dente austriaco, Oesterreichische Platte, divenne la postazione più importante dell'intero schieramento imperiale sul Pasubio e rimase in possesso dei reparti austroungarici fino alla fine del conflitto. Il 1° Reggimento Kaiserjager, che presidiava il Dente, resistette valorosamente ai violenti quanto inutili attacchi sferrati tra il 10e 13 settembre e tra il 9 e il 20 ottobre 1916 dagli Alpini dei battaglioni monte Berico, Cervino, Exillex, Aosta e dai fanti della Brigata Liguria. In soli 11 giorni di operazioni su tutto il fronte d'attacco, gli italiani persero 4370 soldati e gli austriaci 3492: in totale quasi ottomila, soldati fuori combattimento. L'imminente inverno non consentì ulteriori scontri e le linee raggiunte dopo i combattimenti di ottobre 1916 rimasero,fino alla fine della guerra. Sotto la guida del Colonnello brigadiere Ellison, il Dente Austriaco fu trasformato in una fortezza capace di resistere a qualsiasi tentativo di conquista ed in grado di svolgere una rilevante funzione offensiva, in quanto poteva esercitare azione di fuoco fiancheggiante,sia ai lati, verso il Coamagnon da una parte e le Sette Croci dell'altra. Nel Dente gli austriaci realizzano 10 postazioni per mitragliatrice e 6 per pezzi da artiglieria, disposte su due piani, al di sotto dei quali vi era un terzo piano logistico. Per la difesa esterna schieravano, in camminamenti e trincee: ben 18 lanciabombe, 12 lanciagranate, 4 lancia fiamme, 3 cannoni da 75mm e 2 da 37mm, integrati da 10 postazioni per mitragliatrice. Inoltre all'interno trovavano posto una cisterna d'acqua potabile, la sala dei compressori, la sala macchine, la postazione dei riflettori, la sala di controllo e distribuzione dell'energia elettrica, la centrale telefonica, la sala impianti di ventilazione. Vi erano infine, numerose caverne per il ricovero del personale e degli addetti alla difesa.

Guerra di Mine

Alla fine di settembre del 1917, inizio una seri di esplosioni che, fino al marzo dell'anno successivo, sconvolsero il profilo del Dente Italiano, provocando perdite non indifferenti da entrambe le parti. Vi furono complessivamente 10 esplosioni: 5 Austriache 29 settembre, 24 dicembre 1917e 2 febbraio, 4 febbraio, 13 marzo ed altre tante Italiane 2 ottobre, 22 ottobre 1917e 21 gennaio, 13 febbraio, 5 marzo 1918. L'ultima mina Austriaca 13marzo 1918 fu la più grande esplosione verificatasi su tutto il fronte italiano nella Grande guerra. Furono allestite due camere di scoppio, riempite con 20 e 30 tonnellate di esplosivo per un totale di 50.000 kg. E furono predisposti 200 punti di accensione. Alle 5.27 si verificò la colossale esplosione, al boato seguì la schianto delle rocce frantumate e quindi una straordinaria eruzione di fiamme,alte fino 30 metri, e di almeno 30 esplosioni di gas. Le fiamme penetrarono anche nel Dente Austriaco, invadendo la galleria Ellison e uscendo sulla sommità, investendo 2 ufficiali e 13 soldati che stavano per rioccupare l'avamposto, 3 di esse morirono e gli altri restarono gravemente intossicati e ustionati. Le perdite Italiane furono considerevoli: 5 morti e 2 feriti del Genio, 49 morti e 21 feriti nella Fanteria Brigata Piceno. Si concluse cosi, senza nessun risultato tattico, la grandiosa guerra di mine sul Pasubio, durata ben 17 mesi provocando complessivamente 112 caduti Italiani, mentre si contarono 29 morti fra minatori e kaiserjager Austriaci.