TEMPO
D’ESTATE
Quando leggerete
queste righe la situazione atmosferica sarà completamente
mutata e, superato il mese di agosto, riprenderanno le nostre
normali abitudini. Quali? Sono veramente fuori di me. Qualunque
persona incontri mi chiede:”quando vai in ferie, dove vai
in ferie?” Rispondo sempre allo stesso modo che io in ferie
ci sono sempre e che non ho bisogno di andare da nessuna parte.
Mi guardano con uno sguardo di compassione e intuisco che mi stanno
dando dell’alieno. Non potete immaginare quanto mi diverta
sbalordire i miei interlocutori. Figuratevi se non amo le ferie
e, diciamolo pure, il caldo lo sento sempre di più, ogni
anno che passa. Del resto questo turismo di massa è un’invenzione
recente. Voglio dire che cinquant’anni fa le persone che
si potevano permettere una vacanza non erano poi così tante.
Esistevano comunque le “colonie” per i più
giovani sia al mare che ai monti. Il termine, per gli Italiani,
era stato coniato in un certo periodo ma i soggiorni climatici
nulla avevano in comune con le campagne militari per la fondazione
di nuove città, lontane dall’Europa, e forse nemmeno
con gli ozi di romana memoria. Anche la vacanza è stata
veicolata dalla televisione ed è divenuta fenomeno di massa
quando abbiamo cominciato a vedere, nel piccolo schermo, le spiagge
gremite di gente, le code in autostrada, i villaggi organizzati.
Fine luglio: il primo esodo di massa. Ferragosto: città
deserte, panettieri chiusi, qualche farmacia aperta. Per favore
basta con questi luoghi comuni! No, non è che tutti vanno
nello stesso posto; qui si tratta di quei modi di dire che logorano
anche Giobbe. Già quando si dice esodo si pensa alla Bibbia
e considerate che questo è solo il secondo dei settantadue
libri che la compongono. L’esodo racconta la fuga degli
Ebrei dall’Egitto. Usarlo per i vacanzieri mi pare eccessivo.
Questi ritornano sempre a casa, mentre quelli sono ancora in attesa
che i vicini riconoscano il loro Stato. E mentre facciamo dell’ironia
spicciola, c’è gente che si muove sotto il tiro incrociato
di granate e razzi, cercando di sfuggire alla guerra scatenata
dalla presa in ostaggio di due militari israeliani. Chi può
fermare le armi? Nessuno con le parole, ce lo insegna la storia.
Mentre me ne sto davanti al televisore ad osservare lo sviluppo
di queste vicende, squilla il telefono. Nonostante la possibilità
di non far comparire il tuo numero telefonico nell’elenco
ti scovano sempre. La privacy (non siamo riusciti a darle un nome
italiano) non è un diritto, è un valore aggiunto
per le celebrità che vendono la propria immagine o per
chi è riuscito a raccattare e mettere in vendita un pacchetto
di indirizzi e numeri di telefonoi, compreso il mio. Alzo la cornetta
e una voce suadente vuole a tutti i costi piazzarmi un abbonamento
a sky, con regalo di parabola, decoder e istallazione. “Non
possiedo il televisore” rispondo con disarmante menzogna
ma se è la signorina del vino le dico che possiedo un vigneto
di cinquanta ettari e bevo del mio. “Complimenti, lei ha
vinto una vacanza per due persone in una località a sua
scelta”. Coerente con le mie burle ripeto che in vacanza
non ci vado mai. Finalmente mi sono liberato da questi insolenti
e torno davanti alla mia cara televisione. Nell’intervallo
dell’ennesimo film con la farfallina rossa per l’argomento
trattato e per la drammaticità di alcune scene, una giovane
in abiti candidi salterà veloce sulla moto del suo salvatore
che la porterà in una spiaggia deserta. Da quel mondo di
favola chiameranno amici e parenti a costo zero, con un cellulare
preventivamente munito di summer card. Se qualcuno osa dirmi che
conduco una vita da idiota sarò costretto a svelare un
segreto. Mi sono fatto l’impianto dell’aria condizionata.
Questa è la ragione per cui sto bene a casa mia.
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